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14.01.2021
Notiziario statistico Ustat: Meteorologia, Ticino e Svizzera, dicembre 2020
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13.01.2021
I Servizi del Gran Consiglio hanno provveduto a pubblicare l'Ordine del Giorno della seduta plenaria del 25 gennaio prossimo
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16.12.2020
Prova annuale delle sirene d’allarme 2021
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15.12.2020
Notiziario statistico Ustat: Monitoraggio congiunturale, andamento e prospettive di evoluzione dell’economia ticinese, dicembre 2020
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11.12.2020
Notiziario statistico Ustat: Meteorologia, Ticino e Svizzera, novembre 2020
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09.12.2020
Notiziario statistico Ustat: Le transazioni immobiliari in Ticino nel terzo trimestre 2020
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02.12.2020
I Servizi del Gran Consiglio hanno proceduto alla pubblicazione dell'ordine del giorno della seduta parlamentare del 14 dicembre 2020
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19.11.2020
Notiziario statistico Ustat: Indagine congiunturale alberghi e ristoranti, Ticino, ottobre 2020
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13.11.2020
Notiziario statistico Ustat: Indagine congiunturale commercio al dettaglio, Ticino, ottobre 2020
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11.11.2020
I Servizi del Gran Consiglio hanno proceduto alla pubblicazione dell'ordine del giorno della seduta parlamentare del 23 novembre 2020
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LE FIRME DEL CAFFÈ
IL PUNTO di Michel Guillaume
Parmelin è un presidente
finito sotto sorveglianza
finito sotto sorveglianza
Michel Guillaume
È il nuovo presidente della Confederazione: Guy Parmelin, vignaiolo di professione nonché consigliere federale dal 2016. Un uomo, un politico finito sotto stretta sorveglianza. Il suo partito, l’Udc, critica ferocemente la strategia del governo, accusandolo di voler instaurare "una dittatura sanitaria". Mentre i suoi detrattori degli altri partiti, scrutano e analizzano una per una le sue parole e i suoi gesti, con la volontà di cogliervi una mancanza di collegialità. Per il momento non ci sono riusciti.
Lo scorso mercoledì 13 gennaio, Guy Parmelin è stato fedele al "gioco" della collegialità accettando di far scattare in Svizzera un secondo lockdown dopo quello del 16 marzo 2020. Il Consiglio federale ha deciso di chiudere i negozi che vendono beni non essenziali e di decretare l’obbligo di telelavoro nelle imprese.
Stando a diverse fonti affidabili, il ministro dell’economia ha mostrato una certa ambiguità in questa occasione. In un primo tempo, martedì 12 gennaio, è stato autore di un rapporto molto severo nei confronti delle proposte del ministro della salute, Alain Berset. Sosteneva che le misure supplementari di confinamento fossero "inutili". L’indomani però, in occasione della seduta di Consiglio federale, si è invece allineato al parere del collega socialista, che teme l’arrivo di una terza ondata a causa della comparsa della variante britannica del coronavirus.
C’è di che diventare schizofrenici: da una parte un consigliere federale di un partito euroscettico che costantemente rigetta qualsiasi integrazione supplementare in seno all’Europa. Dall’altra il presidente di un Paese che deve consolidare la via bilaterale con l’Unione europea finalizzando l’attuale progetto di accordo istituzionale.
Che presidente della Confederazione sarà Guy Parmelin? Mercoledì il vignaiolo di Bursins ha sconfessato i suoi detrattori. Ha parlato francamente e sinceramente, dicendo di "capire la sofferenza dei ristoratori e degli artisti che hanno investito in progetti che rischiano di essere annientati dalla crisi del coronavirus". Resta da capire se saprà imporsi nei dossier caldi come quello dell’Europa o dell’agricoltura posta di fronte alle sfide ecologiche. Guy Parmelin ha sempre saputo mantenere una certa indipendenza di pensiero nei confronti del suo partito. L’ha dimostrato nell’autunno scorso quando non ha sostenuto l’iniziativa dell’Udc per l’abolizione della libera circolazione delle persone. Tra gli interessi sanitari ed economici della crisi da una parte, tra il suo partito e il Consiglio federale dall’altra, quest’anno Guy Parmelin dovrà continuare a dar prova di equilibrismo.
Lo scorso mercoledì 13 gennaio, Guy Parmelin è stato fedele al "gioco" della collegialità accettando di far scattare in Svizzera un secondo lockdown dopo quello del 16 marzo 2020. Il Consiglio federale ha deciso di chiudere i negozi che vendono beni non essenziali e di decretare l’obbligo di telelavoro nelle imprese.
Stando a diverse fonti affidabili, il ministro dell’economia ha mostrato una certa ambiguità in questa occasione. In un primo tempo, martedì 12 gennaio, è stato autore di un rapporto molto severo nei confronti delle proposte del ministro della salute, Alain Berset. Sosteneva che le misure supplementari di confinamento fossero "inutili". L’indomani però, in occasione della seduta di Consiglio federale, si è invece allineato al parere del collega socialista, che teme l’arrivo di una terza ondata a causa della comparsa della variante britannica del coronavirus.
C’è di che diventare schizofrenici: da una parte un consigliere federale di un partito euroscettico che costantemente rigetta qualsiasi integrazione supplementare in seno all’Europa. Dall’altra il presidente di un Paese che deve consolidare la via bilaterale con l’Unione europea finalizzando l’attuale progetto di accordo istituzionale.
Che presidente della Confederazione sarà Guy Parmelin? Mercoledì il vignaiolo di Bursins ha sconfessato i suoi detrattori. Ha parlato francamente e sinceramente, dicendo di "capire la sofferenza dei ristoratori e degli artisti che hanno investito in progetti che rischiano di essere annientati dalla crisi del coronavirus". Resta da capire se saprà imporsi nei dossier caldi come quello dell’Europa o dell’agricoltura posta di fronte alle sfide ecologiche. Guy Parmelin ha sempre saputo mantenere una certa indipendenza di pensiero nei confronti del suo partito. L’ha dimostrato nell’autunno scorso quando non ha sostenuto l’iniziativa dell’Udc per l’abolizione della libera circolazione delle persone. Tra gli interessi sanitari ed economici della crisi da una parte, tra il suo partito e il Consiglio federale dall’altra, quest’anno Guy Parmelin dovrà continuare a dar prova di equilibrismo.
16-01-2021 21:30
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