Confronto sull'uso dei "veicoli a due ruote" in città

Monopattini elettrici,
sì a nuove regole ma...
sì a nuove regole ma...
MAURO SPIGNESI
Le regole ci sono. Dicono dove si può circolare, a che velocità e che accessori (come il casco) sono obbligatori. Il problema è che non sempre e non tutti le rispettano. Così i monopattini elettrici sono diventati un problema. Soprattutto nelle città dove sono nate aziende che li noleggiano e dove, per effetto del dilatamento delle aree totalmente pedonali, vengono sempre più utilizzati, non soltanto dai giovani. In molte capitali europee come Parigi sono state dettate norme piuttosto rigide, perché questi mezzi, comunque utili all’ambiente, vengono noleggiati e poi abbandonati ovunque. E chi li utilizza sfreccia sui marciapiedi, nelle piazze e strade strette, incurante dei passanti. Un problema, questo, che si comincia ad avvertire anche in Ticino. E allora servono nuove regole? Alla domanda rispondono Marco Vitali di Pro velo Ticino, e Jordi Riegg di Mobilità pedonale.
m.sp.
È tempo di norme rigide nelle aree pedonali ormai sono pericolosi
Jordi Riegg
Rappresentante per il Ticino dell’associazione Mobilità pedonale svizzera
Le regole per l’utilizzo dei monopattini elettrici si sono. C’è, innanzitutto, l’ordinanza federale sulle norme della circolazione stradale. I monopattini elettrici possono percorrere soltanto sulla strada e sulle ciclopiste se ci sono (obbligo). I così detti "mezzi simili a veicoli" sugli marciapiedi. Il problema di fondo tuttavia è che le regole non vengono rispettate. Lo vediamo ovunque. La legge dice che questi mezzi di trasporto alternativi elettrici, che negli ultimi anni si sono diffusi in maniera importante, non possono circolare negli spazi riservati ai pedoni.
Questo, ripeto, non accade, tanto è vero che vediamo spesso monopattini elettrici sfrecciare sui marciapiedi. Il problema non riguarda naturalmente soltanto il Ticino. Ma anche lì le norme non vengono rispettate, tanto è vero che ci sono state diverse polemiche e proteste. Un po’ quello che accade a Ginevra e Zurigo dove sono nate diverse società che noleggiano i monopattini elettrici. Gli utenti che se ne servono poi li abbandonano ovunque, tanto che ormai questi mezzi vengono classificati come "rifiuti" perché quando sono rotte vengono lasciate a marcire nello spazio pubblico.
Recentemente come associazione abbiamo avuto un incontro con la polizia comunale di Lugano dove abbiamo accennato il problema delle monopattini elettrici. Abbiamo richiesto che si creano maggior infrastrutture per le bici. Ma il problema è che bisognerebbe fare una iniziativa o una mozione come è accaduto a Ginevra dove questi divieti esistono in particolare per le aziende che fanno noleggio e sharing. Fare delle regole a livello cittadino, però, non è semplice.
Il problema sarebbe meno diffuso, si creerebbero meno conflitti, se chi usa i monopattini elettrici, o anche gli altri mezzi di trasporto alternativo, li utilizzase unicamente nelle piste ciclabili, che segnano una separazione netta, precisa tra gli spazi per le due ruote, quelli invece destinati alle auto e quelli infine per i pedoni, come i marciapiedi.
In tutte le altre zone noi siamo contrari alla presenza dei monopattini elettrici perché qui nasce un rischio, un rischio serio per i pedoni.
Non dimentichiamoci che come le bici eliminano traffico in città
Marco Vitali
Ciclista, presidente dell’associazione Pro Velo Ticino
Nelle strade servono innanzitutto regole di convivenza e rispetto reciproco. Due valori che l’organizzazione della viabilità, il traffico motorizzato cresciuto a dismisura e gli scarsi spazi a disposizione in ambito urbano non facilitano. I monopattini elettrici, se usati in modo corretto, possono però sicuramente contribuire a migliorare la situazione. Come le biciclette, oltre a favorire il contenimento di inquinamento e surriscaldamento climatico, decongestionano infatti il traffico e ingombrano meno spazio pubblico. Per la loro facilità di trasporto e di stazionamento – su treni e bus, ma pure in automobile o in ufficio – i monopattini possono anche sostituire la bicicletta, specialmente per le corte distanze. Nella prospettiva di una mobilità intermodale, la loro efficacia e versatilità può essere maggiore.
La rapida diffusione dei monopattini elettrici potrebbe però anche creare non pochi problemi. Lo testimoniano, nell’ultimo anno, gli accesi dibattiti, le limitazioni imposte ai servizi di sharing e l’imposizione di divieti o di limiti di velocità in molte grandi città europee. Il nostro vantaggio è che in Ticino la questione non si pone ancora in questi termini e che quindi, da ciò che sta succedendo altrove, possiamo trarre utili insegnamenti. Ferme restando le regole già in vigore – che comunque vanno fatte conoscere anche attraverso apposite campagne - si tratta ora di ricavare, da questi nuovi modi di spostarsi, più opportunità e profitti possibili, sia per la mobilità che per l’ambiente.
Iniziando dai divieti? Piuttosto dall’implementazione di infrastrutture adeguate, per le quali, specialmente a Lugano, siamo in netto ritardo. Dato che ai monopattini elettrici sono riservati gli stessi spazi delle bici, si tratta, a maggior ragione, proprio di estendere questi ultimi. Corsie e piste ciclabili, quindi. Spazi che però - contrariamente a quanto caratterizza sempre più le nostre ciclopedonali – vanno separati da quelli dei pedoni. Anche perché saranno sempre più utilizzati. La condivisione tra bici, monopattini e pedoni, nelle vie e nelle piazze, salvo eccezioni, non ritengo invece che sia da escludere: qui, al posto di un divieto di percorrenza, si potrebbe optare per una drastica limitazione della velocità (6 -10 km/h).
09.02.2020
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