Gli avana costano meno che altrove e c'è più varietà
Svizzera isola felice
per i sigari cubani
ANDREA BERTAGNI
La Svizzera ha uno dei migliori assortimenti di sigari cubani di tutta Europa". Alain Proietto, titolare di 4 punti vendita "Cigar Must" sparsi tra Ascona, Lugano e Skt. Moritz, non fa mistero del legame che unisce l’isola caraibica con il nostro Paese, quando si parla di foglie di tabacco arrotolate. Un’unione che nasce prima e durante la seconda guerra mondiale con Zino Davidoff, imprenditore svizzero di origini ucraine che negli anni ’30 lavorò per due anni in una piantagione cubana di tabacco, aprì la sua azienda e nel 1982 dovette lasciare l’isola su ordine di Fidel Castro.
E, dopo tutti questi anni, continua ancora oggi. Se è vero, come è vero, che la Svizzera, assieme all’Inghilterra, è uno dei primi distributori di Cohiba e affini dall’altra parte dell’Oceano atlantico. E Davidoff continua a essere un’azienda rinomata. Anche se lontana da L’Havana.
"Con i sigari non si diventa ricchi - dice Proietto - però è una soddisfazione vedere che nei tuoi negozi arrivano clienti da tutto il mondo". Il motivo? Rispetto a Paesi vicini come Germania, Italia e Francia, in Svizzera i prezzi sono più bassi almeno dell’8%. Nonostante il franco forte. "Tolti gli sconti non siamo così convenienti", conferma Proietto. Sulla qualità invece non si discute. Difficile trovarne di migliore. Stessa cosa la varietà di scelta.
Altrimenti non si spiegherebbe come anche a Mendrisio, al FoxTown, dove c’è un altro spaccio, è tutto un via vai di cinesi, russi e italiani. "In Italia i tabaccai hanno i prezzi imposti dal Monopolio di Stato - spiega Jacopo Bruno dello "Free shop frontiera - e dunque sul mercato ci sono meno concorrenza e differenza di offerta". Risultato: i prodotti venduti in Svizzera sono tra i più convenienti al mondo. "In Cina le tariffe sono così proibitive che chi acquista da noi risparmia ancora pur pagando le spese di spedizione", precisa Bruno.
A riprova di ciò a Lugano c’è una tabaccheria specializzata in sigari che esiste da 50 anni. La Two Lions. "Cinesi, inglesi, spagnoli, italiani, i nostri clienti arrivano un po’ dappertutto - afferma Elisabetta Vezzolo - l’attività va molto bene: siamo contenti, visto che la nostra è una professione che facciamo con passione".
Forse è solo un’impressione o forse no, ma chi fuma sigari sembra davvero provare un piacere diverso dagli altri. "È così - annota Proietto - se non vai a Cuba, se non sai la storia, se non conosci il settore, non sai cosa si prova: del resto i "cubani" sono opere d’arte, non si possono considerare uguali ad altri prodotti , visto che fin dalla nascita a quando arrivano negli scaffali sono stati manipolati 540 volte da almeno 600 persone diverse".
Se Cuba chiama, la Svizzera risponde, dunque. Anche perché gli affari, nonostante il cambio non sia tra i più favorevoli, vanno bene. "Ho un signore che ogni mese spende 5’000 franchi in sigari", sottolinea Proietto. "Le nostre vendite sono in continuo aumento - puntualizza Bruno - la domanda dei "cubani" è così alta che sono i clienti a occuparsi dell’invecchiamento".
Cohiba, Montecristo, Diplomàticos, Quintero, Partagás. C’è solo l’imbarazzo della scelta. In Ticino come a Cuba. Dove non è raro incamppare in qualche fregatura, acquistando le prelibate foglie arrotolate dai venditori ambulanti. Che invece in Svizzera non ci sono. Benvenuti nel Paese della qualità. Nella Caraibi d’Europa.
an.b.
10.02.2019