Pro e contro la distruzione di un importante "scarto"
Raccogliere la plastica?
Meglio ridurne il consumo
ANDREA STERN
Riciclare la plastica fa bene allo spirito. Ma, forse, non all’ambiente. "È una falsa soluzione - sostiene Philipp Rohrer, esperto di rifiuti di Greenpeace Svizzera -. I sacchi per la raccolta della plastica finiscono per causare più danni che benefici".
Andatelo a dire a Bellinzona, il primo comune ticinese ad aver introdotto il Sammelsack, il sacco per la raccolta degli scarti domestici in polietilene. Lì i risultati parrebbero essere positivi, a giudicare dalla recente analisi effettuata da EcoControl Sa. Nel primo anno sono state raccolte 160 tonnellate di plastica, circa il 16% del consumo cittadino. Un’adesione giudicata "buona" da Ecocontrol, soprattutto se paragonata alla molto più tiepida accoglienza ottenuta dal Sammelsack in altre realtà a nord delle Alpi.
Di tutta la plastica raccolta si calcola che almeno il 36,5% abbia potuto essere riciclato, in un centro specializzato nel canton Turgovia, dopo una tappa in Austria per la separazione dei materiali. "Il beneficio non è enorme - osserva lo studio di EcoControl - ma è comunque un beneficio". Ed è da questa prospettiva che Okkio, l’Osservatorio per la gestione sostenibile dei rifiuti, è a favore del Sammelsack auspicandone l’introduzione "in tutta la Svizzera". In questo modo, spiega Okkio, si raggiungerebbe la sufficiente massa critica per la creazione di un centro di separazione automatica della plastica in Svizzera, rendendo superfluo lo sconfinamento in Austria.
Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica. La stessa EcoControl riconosce che "il rendimento nel riciclaggio delle plastiche non è ancora ottimale". E che ad ogni modo "il beneficio ambientale del riciclaggio delle plastiche a Bellinzona, con una raccolta di 3,65 kg per abitante, equivale allo 0,01% dell’impatto totale causato da una persona in un anno".
Poco o niente. Vi è poi un altro aspetto che suscita interrogativi, ovvero "l’incertezza sulle destinazioni finali di parte delle plastiche raccolte". Poco meno del 30% del contenuto dei Sammelsack bellinzonesi viene infatti esportato, dopo la separazione, verso mete spesso ignote. "Questa è la grande domanda - dice Rohrer -. Cosa succede con la plastica che viene raccolta nei sacchi? Oggi sappiamo che una parte finisce comunque per essere incenerita. Un’altra viene inviata all’estero. Mentre la parte che viene effettivamente riciclata finirà prima o poi per essere anch’essa incenerita, visto che la plastica perde in fretta le sue qualità. Non è un materiale come il vetro, ad esempio, che può essere riciclato parecchie volte senza subire particolari variazioni".
Inoltre, aggiunge Rohrer, c’è l’aspetto psicologico. "I sacchi per il riciclaggio - spiega - danno l’impressione che la plastica sia diventata un materiale neutro, che la si possa consumare e smaltire senza effetti sull’ambiente. Purtroppo la realtà è tutt’altra. Vi è un solo modo per ridurre l’impatto nocivo della plastica: ridurne l’utilizzo. E questo possono farlo sì i consumatori, ma anche, e forse in primo luogo, le imprese".
astern@caffe.ch
19.12.2020